Sketchin per me è sempre stata un laboratorio anticipatore. Abbiamo affrontato sfide che il mercato non avrebbe mai pensato di risolvere con percorsi di design. Salvo poi ricredersi e raggiungerci con due anni di ritardo. È un po’ la nostra natura: stare avanti per esplorare prima degli altri.
Oggi il mondo della consulenza è cambiato, le tecnologie hanno preso il posto degli approcci tradizionali che portavano soluzioni generiche e standardizzate. Ora per fare davvero la differenza, serve un approccio capace di leggere la complessità, e noi abbiamo imparato a farlo partendo da ciò che le persone vivono. È questo che ci rende diversi: trasformare ciò che esiste in esperienze che prima non c’erano.
Siamo in grado di farlo in contesti estremamente complessi, dove si intrecciano processi, persone, obiettivi di business, regolamenti, intelligenza artificiale. Questa complessità non ci spaventa, anzi ci spinge a prenderci il ruolo di orchestratori della complessità, per definire come le persone interagiscono e si relazionano attraverso la tecnologia, e per costruire esperienze che siano rilevanti e trasformative.
Nel tempo, la nostra sfida è cambiata. Dall’essere pionieri di siti internet a dover progettare infrastrutture relazionali, prodotti e servizi abilitanti. Non basta più creare qualcosa di bello o funzionante: dobbiamo essere in grado di rompere l’inerzia, quella forza che blocca le organizzazioni e i sistemi complessi. Se non si spezza non si può crescere, e nel contesto socio-economico attuale, la crescita è tutto.
Per rompere questa inerzia, come design leader, dobbiamo essere totali. Totali nel senso di essere guida, di sapere leggere dove sta andando il mondo, prendendoci la responsabilità di interpretare le nuove tecnologie, di tradurle in esperienze comprensibili, utili e significative. Serve uno sguardo capace di leggere il contesto culturale, sociale e simbolico in cui queste tecnologie si inseriscono. Ogni scelta progettuale ha un peso che va oltre la funzionalità: influenza comportamenti, modella abitudini, costruisce nuove aspettative. È questo il terreno in cui ci muoviamo, dove il design diventa regia tra ciò che la tecnologia rende possibile e ciò che le persone sono pronte a vivere davvero. Deve tracciare nuove traiettorie, aprire nuovi orizzonti temporali. Questo è anche il principio alla base del nostro processo DOT.