Sketchin

Il battito che muove il sistema: il design come forza trasformativa

Federico Rivera è da poco stato nominato Chief Design Officer di Sketchin, e con il suo nuovo ruolo porta una visione chiara e ambiziosa: ripensare il design come leva strategica per affrontare la complessità contemporanea. In questo articolo, racconta in prima persona come sta evolvendo il posizionamento di Sketchin, quali sfide si stanno affrontando oggi nel mondo del design e in che modo l’intelligenza artificiale, la presenza internazionale e un approccio sistemico stanno ridefinendo il ruolo dello studio e dei suoi designer.

Federico Rivera
Chief Design Officer

06.05.2025 - 8 min di lettura

Sketchin per me è sempre stata un laboratorio anticipatore. Abbiamo affrontato sfide che il mercato non avrebbe mai pensato di risolvere con percorsi di design. Salvo poi ricredersi e raggiungerci con due anni di ritardo. È un po’ la nostra natura: stare avanti per esplorare prima degli altri.

Oggi il mondo della consulenza è cambiato, le tecnologie hanno preso il posto degli approcci tradizionali che portavano soluzioni generiche e standardizzate. Ora per fare davvero la differenza, serve un approccio capace di leggere la complessità, e noi abbiamo imparato a farlo partendo da ciò che le persone vivono. È questo che ci rende diversi: trasformare ciò che esiste in esperienze che prima non c’erano.

Siamo in grado di farlo in contesti estremamente complessi, dove si intrecciano processi, persone, obiettivi di business, regolamenti, intelligenza artificiale. Questa complessità non ci spaventa, anzi ci spinge a prenderci il ruolo di orchestratori della complessità, per definire come le persone interagiscono e si relazionano attraverso la tecnologia, e per costruire esperienze che siano rilevanti e trasformative.

Nel tempo, la nostra sfida è cambiata. Dall’essere pionieri di siti internet a dover progettare infrastrutture relazionali, prodotti e servizi abilitanti. Non basta più creare qualcosa di bello o funzionante: dobbiamo essere in grado di rompere l’inerzia, quella forza che blocca le organizzazioni e i sistemi complessi. Se non si spezza non si può crescere, e nel contesto socio-economico attuale, la crescita è tutto.

Per rompere questa inerzia, come design leader, dobbiamo essere totali. Totali nel senso di essere guida, di sapere leggere dove sta andando il mondo, prendendoci la responsabilità di interpretare le nuove tecnologie, di tradurle in esperienze comprensibili, utili e significative. Serve uno sguardo capace di leggere il contesto culturale, sociale e simbolico in cui queste tecnologie si inseriscono. Ogni scelta progettuale ha un peso che va oltre la funzionalità: influenza comportamenti, modella abitudini, costruisce nuove aspettative. È questo il terreno in cui ci muoviamo, dove il design diventa regia tra ciò che la tecnologia rende possibile e ciò che le persone sono pronte a vivere davvero. Deve tracciare nuove traiettorie, aprire nuovi orizzonti temporali. Questo è anche il principio alla base del nostro processo DOT.

Ed è qui che Sketchin dà il meglio. Siamo estremamente efficaci quando aiutiamo i clienti a mettere a fuoco la vera sfida, rendendola così chiara che si può toccare con le mani. Non quella dichiarata, ma la sfida sottostante. La spacchettiamo, la scomponiamo in iniziative, e costruiamo una visione d’insieme. Perché non è mai un solo progetto a risolvere le cose, ma l’orchestrazione di più progetti. E disegnare questa orchestrazione è un progetto ulteriore.

Con i clienti lavoriamo su visioni che guardano a due, tre anni. Non ci sono più confini tra fisico e digitale: ormai ogni progetto è ibrido. E il nostro compito è entrare nel dettaglio, nei momenti e nelle situazioni, perché è lì che accade la magia. Il butterfly effect. Un piccolo intervento fatto bene, un “battito d’ali”, un atomo messo in movimento in un singolo touchpoint può scatenare un cambiamento profondo nell’intero ecosistema, e di conseguenza nel suo mercato di riferimento.

Per questo è fondamentale avere una presenza globale. Non si tratta solo di aprire studi in città diverse: è un modo per garantire che la nostra visione si traduca in esperienze reali, rilevanti per i diversi mercati. Ogni cultura, ogni paese, ha le sue dinamiche, le sue sfide, le sue sensibilità. Ma se vogliamo essere davvero orchestratori della complessità, dobbiamo essere sul campo, vicini ai clienti, ai loro team, partner e utenti.

Ecco perché stiamo investendo nel rafforzare la nostra presenza in UK, USA, Medio Oriente e Cina. La presenza globale non è solo un asset strategico, è una presa di responsabilità per essere in grado di guardare l’insieme con una visione unificata, ma anche di progettare i dettagli – quel famoso “battito d’ali” – che fa la differenza a livello locale. È una danza continua tra centro e periferia, tra visione e attuazione. E noi siamo lì, al centro di questa danza, a tenere il ritmo.

LenovoChorusLifeAI for HealthTreedomFastweb NeXXtPolitecnico di Milano

Un ringraziamento va a clienti come Lenovo, che ci hanno dato fiducia quando ancora questo approccio era solo un’intuizione. Sono stati i primi a crederci, a capire che serviva un nuovo modo di lavorare. Ora lo mettiamo a disposizione di tutti, dalla PA ai clienti in mercati emergenti o che si vogliono espandere su scala globale.

In questo percorso Sketchin non è sola. Facciamo parte di BIP Red, il Creative Technology Studio del gruppo BIP, che ci permette di spingere ancora oltre la nostra capacità progettuale. Lavorare in BIP Red significa affrontare le sfide con un approccio integrato, fino al lancio sul mercato, in cui il design dialoga con lo sviluppo tecnologico, l’adozione di nuove tecnologie e l’evoluzione culturale. Così siamo in grado di costruire soluzioni profondamente radicate nei contesti in cui operano, capaci di abilitare cambiamenti reali e sistemici.

Ovviamente fra le tecnologie in adozione c’è l’intelligenza artificiale. Per noi l’AI è un acceleratore che non sostituisce i designer, bensì li potenzia, sollevandoli da quei pezzi di lavoro che portavano via tempo e non generavano valore strategico. Ora possiamo concentrarci su ciò che conta davvero. Visualizzare esperienze, progettare strategie, restituire visioni in modo efficace. Anche con un solo artefatto che sappia trasmettere in modo efficace i nostri pensieri.

L’AI è diventata parte del nostro quotidiano. E ci ha spinto a progettare esperienze verticali in cui è centrale, come il mondo retail o l’home banking, dove l’adozione di tecnologie agentive dipenderà dalle policy delle banche sui dati. Alcuni clienti la vedono ancora lontana, ma l’AI è qui ora. È fondamentale capirlo, altrimenti si rischia di rimanere indietro.

Ricordo quando Luca Mascaro portò UX e UI al massimo livello, in un’epoca in cui erano ancora novità. Oggi, con Marco Tamburlini, ci prendiamo la responsabilità di ridefinire cosa vuol dire fare design in questo mercato. Siamo in una nuova era. Chi era forte con le logiche passate potrebbe non durare.

I nostri progetti servono a mettere in moto un sistema; a costruire le condizioni per la crescita dei nostri clienti. E quindi sì, la mia call è per chi vuole fidarsi, per chi vuole costruire, cambiare realmente, esplorare. Sketchin è pronta a farlo.