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Design Futures: aiutare le organizzazioni a esplorare il proprio futuro e a realizzarlo.

Progettare per i futuri pervade il modo di lavorare e la forma mentis dello studio. Ecco perché e come lo facciamo, spiegato bene.

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Alessandro Di Benedetto, Alex Cascarano, Gabriele Demarin, Luca Mascaro, Silvio Cioni.

10.01.2022 8 min di lettura
Stargate è un opera a cura di Fontface e KVRZ - aka Gabriele Demarin e Alessandro Di Benedetto - realizzata nel 2017 per celebrare i primi 10 anni di Sketchin

Articolo a cura di Alessandro Di Benedetto, Alex Cascarano, Gabriele Demarin, Luca Mascaro, Silvio Cioni.

Stargate è un opera realizzata da Fontface + KVRZ - aka Gabriele Demarin e Alessandro Di Benedetto - realizzata nel 2017 per celebrare i primi 10 anni di Sketchin.

Il futuro si è fatto di colpo molto più urgente, passando da un dolce domani a un orizzonte spesso fosco. Il COP26 si è concluso lo scorso Novembre 2021 tra appelli urgenti e scarsi impegni, c’è chi propone fughe in avanti che creano un diverso strato di realtà, nella cinematografia si evocano i futuri tecno-medievali dove non c’è più posto per il digitale, alla Dune, o dove i big data sono capaci di anticipare il destino dell’universo, per quanti di noi stanno guardando Foundation su Apple TV. Questo per dire che il dibattito sul nostro destino, come specie, cittadini, individui e consumatori, è entrato vigorosamente nell’agenda di ogni entità, a ogni livello. 

Non è difficile comprenderne il motivo: l’incertezza aumenta. O meglio, alcune cose sono molto chiare - come cambierà la demografia dell’Europa, oppure la diffusione di alcune tecnologie emergenti, o ancora, alcune tendenze nella geopolitica mondiale -, quello che invece difetta è sapere come ci collocheremo noi esseri umani in questo mutato orizzonte.  Non sentiamo nemmeno di appartenere ad un presente comune, figurarsi il futuro. Da sempre, quando agli esseri umani sfugge il senso, sopperiscono con l’immaginazione. 

Ci sono alcuni concetti chiave con cui dovremmo, il condizionale purtroppo è obbligatorio, essere ormai a nostro agio: il cambiamento come dimensione ineluttabile della nostra realtà e della nostra natura. In qualità di animali non abbiamo controllo sulla nostra evoluzione, come persone e organizzazioni invece possiamo indirizzare la direzione della nostra esistenza. 

I futuri come spazio di opportunità per azioni immediate

Da qualche anno, Sketchin ha cominciato a riflettere su come il design possa maneggiare la dimensione del futuro, come la possa esplorare e, infine, come possa indirizzare la propria azione in vista di un orizzonte che reputiamo, per le più diverse motivazioni, preferibile. 

In un contesto così volatile è difficile decifrare le traiettorie del mondo e per questo bisogna abbracciare un approccio plurale ed è possibile parlare solo di futuri, al plurale. Bisogna immaginare, empatizzare ed essere resilienti a differenti tipologie di futuro, ricordiamoci sempre che si tratta di probabilità, possibilità, desideri, slanci in avanti. 

Tutte le attività che guardano ai futuri con un approccio progettuale non devono e non possono avere velleità di fare predizione, ma di stimolare, provocare e predisporsi al divenire. 

Come designer il nostro contributo è fondamentale soprattutto nei momenti di discontinuità o di crisi, quando quello che c’è oggi non vale più, o vale poco e si avvia al declino o, ancora, affronta momenti di discontinuità. 

Facciamo un paio di esempi per amore di concretezza. Prendiamo due settori che sappiamo per certo cambieranno molto nei prossimi anni: l’automotive e l’healthcare. 

Il mercato dell’auto cambierà moltissimo: le auto saranno elettriche e non più alimentate con combustibile e si potranno acquistare on line, i concessionari venderanno non solo i veicoli, ma l’intero sistema integrato per la mobilità elettrica (auto + colonnina di ricarica + sistema fotovoltaico + servizi accessori e coperture assicurative), inoltre l’automazione dei singoli veicoli cresce. Come useremo l’auto nel futuro invece resta un’incognita: forse non avremo più auto di proprietà, ce ne saranno forse meno, preferiremo utilizzarla come un servizio. Ma il mercato dell’auto che farà? Come si trasformerà per restare rilevante e profittevole. 

Ancora, la salute. Non è un mistero che l’Europa stia invecchiando e che neppure i flussi migratori saranno in grado di arginare il fenomeno. Sempre più vecchi allora, sempre più bisognosi di assistenza medica. Questo non si tradurrà necessariamente in un maggior numero di ospedali o di strutture di cura, anzi probabilmente vivremo situazioni di ospedalizzazione domiciliare. E come farà fronte a queste variazioni il settore dell'healthcare? Come potremo avere un’assistenza medica adeguata tra 40 anni, quando saremo noi - in base alla media dell’età delle persone di Sketchin - ad aver sfondato il muro degli ottanta? 

Le condizioni attuali stanno rimodellando ciò che definisce una buona leadership. L'idea di fissare una visione chiara e di perseguirla, indipendentemente dalle circostanze che cambiano, o anche di piegare le situazioni per adattarsi alla visione, stabilisce una posizione sempre più fragile in un mondo che non è solo volatile, ma assolutamente conflittuale. Il riposizionamento reattivo quando gli eventi prendono svolte impreviste, e a velocità sorprendenti, mette semplicemente un'organizzazione nella posizione di essere soltanto reattiva e non proattiva. 

Anticipare il terreno potenziale di un futuro, e definire azioni su quella base, significa contribuire alla formazione e alla forma di quel potenziale futuro. Questo crea una consapevolezza attiva e continua delle possibili forze che ci attendono, e la capacità di dare un senso alla convergenza o all'interazione di queste forze, mentre si guida in modo proattivo tra gli scenari emergenti.

Noi lo chiamiamo Design Futures: il nostro approccio alla progettazione per i futuri.

Sketchin vuole quindi aiutare le aziende e le organizzazioni a lavorare sulle grandi forze del cambiamento cercando di capire i possibili futuri in un percorso partecipato con gli stakeholder, gli shareholder, la comunità e i singoli per capire quali sono i nuovi bisogni, definire la strategia del cambiamento, le azioni necessarie per realizzarla. 

Lo scopo non è esplorare, fare innovazione per il gusto di cambiare, o progettare i prodotti del futuro, bensì aiutare i nostri interlocutori ad affrontare i grandi cambiamenti strutturali dei mercati, della tecnologia e della società, le tre dimensioni che sono per noi più interessanti, anticipando i cambiamenti incombenti per poterli, in qualche modo, governare. O almeno per non subirli passivamente.  

Realtà di design come la nostra stanno determinando approcci e metodi per poter generare valore e contenuti in questi ambiti, lavorando sulle intersezioni delle discipline che indagano il futuro. Chiamiamo Design Futures la nostra modalità di approcciare il problema dei futuri: utilizziamo il design come lente per rendere tangibili i futuri. Stimolando e anticipando il cambiamento, definendo scenari, creando artefatti o concept per suscitare una riflessione e una consapevolezza nei confronti della direzione che si sceglie di percorrere e dei suoi esiti, anche considerando la dimensione della sostenibilità.

Progettare i futuri non si deve limitare a mostrare le possibilità, ma deve comprendere anche l’azione, tracciare roadmap, individuare delle iniziative strategiche, magari di alto livello, però utili per indirizzare il cambiamento.  

Lo facciamo attraverso un processo che si compone di tre fasi, dall’esplorazione all’azione.

01
Ricerca e anticipazione dei futuri 

Osserviamo la realtà, individuiamo e analizziamo i segnali, le tendenze e i driver di cambiamento che trasformano il mercato, l'industria e il contesto socioeconomico. Non ci limitiamo a osservare i fenomeni emergenti, ma vi aggiungiamo forme di analisi tradizionali condotte attraverso le lenti della statistica, dell’analisi economia e della sociologia. L’esplorazione ci permette di individuare uno spazio di opportunità all'interno della complessità. Anticipiamo la conoscenza, non il futuro in sé. 

02
Immersione nei futuri per creare empatia

Lungo un percorso partecipato e collaborativo condotto con tutti i soggetti rilevanti - business, comunità, esperti, utenti finali - diamo forma a una varietà di scenari futuri per esemplificare diverse strategie, comportamenti e ipotesi. Per fare in modo che le persone possano immergersi nel  proprio domani, e viverlo anticipatamente, sentirlo, creare con esso una relazione empatica. Prototipiamo prodotti, servizi, ambienti, artefatti ed esperienze che danno vita a potenziali futuri. Così, le organizzazioni possono accendere un dibattito più ampio, consapevole, orientato.  

03
Azione per attivare la transizione verso i futuri

Trasformiamo le intuizioni nei confronti del futuro in potenzialità. Le strade per trasformare la potenza in azione però sono molteplici, a volte alternative altre volte possono dare forma a iniziative che si sviluppano su numerosi livelli: si possono informare di futuro i prodotti e i servizi che produciamo già oggi, si possono creare strategie a lungo termine o roadmap per transitare individui e organizzazioni verso il domani che si è individuato, oppure nutrire un dibattito pubblico per trasformare opinioni e agende.  

I vantaggi del Design Futures, in sintesi, così come li abbiamo imparati progettando: 

  • creare benefici concreti nel tempo presente;
  • prototipare scenari e visioni così da creare dibattito e consenso nei confronti dei possibili esiti, consentendo alle persone di immergersi nel futuro, percepirlo nelle sua complessità, certo per quello che si può fare con un’ipotesi (ma Einstein ha formulato la teoria della relatività a furia di esperimenti mentali, immaginandosi a cavallo di un fotone…) ;
  • fare in modo che le persone possano empatizzare con i futuri e con le iniziative strategiche che li guidano in quella direzione;
  • attivare i futuri, dare forma a strategie di lungo periodo e incorporare la dimensione del futuro nei prodotti e nei servizi che si realizzano già oggi;
  • accorciare il tempo tra la comprensione del cambiamento e le azioni che possono rispondere a questo. 

Il futuro come mindset per trasformare anche il presente

La pratica di “pensare al futuro”, non è esclusivamente ascrivibile ad attività a supporto della strategia sul medio/lungo termine, ma entra a far parte a tutti gli effetti della corporate identity e della cultura aziendale. Questo estende la pratica a tutte le persone che compongono l’azienda e ne definisce il mindset. Qualsiasi cosa si produce oggi come sarà domani? Che impatto avrà nel contesto? Sarà sostenibile?

Sketchin fa suo questo valore, un tratto che permea ogni attività che svolgiamo su ogni orizzonte temporale (now, near e next futures), tramutando la nostra pratica di design giornaliera in future(s)-oriented. Per noi il futuro non è un processo o un set di pratiche da vendere, è un abito mentale. 

Le scelte che prendiamo oggi, avranno un impatto su domani e questa consapevolezza amplia la nostra dimensione progettuale oltrepassando i tipici parametri dell’usabile e desiderabile per arrivare al concetto di sostenibile, in senso ampio, e di valore per la società. 

I futuri di cui ci occupiamo non sono personali, ma collettivi. Dobbiamo progettare pensando alle grosse masse di persone nel mondo impegnate ogni giorno a fare la coda per un biglietto, allacciarsi una scarpa goffamente perchè hanno uno zaino in spalla, mettere le pile a un telecomando, rimontare uno sportello nel mondo reale. Allo stesso tempo dobbiamo abbandonare la visione di un futuro asettico, da laboratorio, dove tutto è perfettamente in ordine, dove la tecnologia funziona sempre perfettamente e dove non c’è traccia del passato. Case, uffici, spazi pubblici e privati manterranno traccia del passato, non sarà possibile nascondere ne dissolvere queste tracce, e la tecnologia non sarà sempre completamente affidabile. 

Detto ancora altrimenti, prendere in considerazione i futuri con gli strumenti propri del design ci fornisce i mezzi e la consapevolezza per migliorare l’efficacia della nostra azione progettuale già oggi, incorporando nei prodotti e nei servizi che realizziamo un’apertura sistematica verso il divenire.