Ci sono altri due fattori che determinano il risultato dei percorsi di venture: i luoghi e lo studio.
“I luoghi - evidenzia Granelli - sono potenti e lo strato digitale che vi possiamo associare ne può moltiplicare la potenza aumentando ispirazione, engagement e benessere”.
Tuttavia, ricorda Rauso “Non c’è innovazione senza competenze: per innovare bisogna studiare”.
Un conto è essere consapevoli dei fattori che ostacolano o facilitano i percorsi di venture, ben altro è promuoverli e accettare gli esiti di quello che potrebbe seguirne.
Soprattutto, è necessario accettare il fallimento, quello vero, che porta le persone a misurare le proprie capacità (o mancanze), e i limiti delle iniziative, allenando in modo sistematico il pensiero critico e la capacità di immaginare e simulare costantemente scenari alternativi.
“Ma le competenze e i processi devono contribuire a innovare in modo sostenibile - aggiunge Sammartano -. L’innovazione non sostenibile è solo “nuovismo”, voglia di stupire grazie alla semplice novità, per sua natura poco efficace ed oltretutto fenomeno effimero”.